Un au pair ti cambia la vita!

Mamma Elena dall'Italia ci racconta di come l'arrivo di un au pair possa cambiarti la vita  al punto da farti saltare su un aereo e andarla a trovare.

La famiglia di Elena

Un aiuto con le bambine e per le bambine

Avevo deciso di accogliere una ragazza alla pari perché necessitavo di un aiuto con le mie due bambine di 7 e 10 anni e perché, insegnando inglese per lavoro, volevo che anche le mie figlie cominciassero a parlarlo in casa in modo regolare. La mia scelta è per forza caduta quindi su una ragazza inglese.

La videochiamata è il modo migliore per conoscere gli au pair

Devo dire che con AuPairWorld la ricerca è stata molto veloce ed agevole: già a Settembre avevo trovato più candidate. Una video chiamata con Skype mi ha fatto infine decidere per  la nostra ragazza, Kate. Consiglio a tutti questo mezzo per capire se la persona che stiamo accogliendo fa al caso nostro, se a pelle c’è simpatia. Con la video chiamata infine ho potuto far vedere Kate alle bambine, coinvolgerle nella scelta e rassicurarle sull’esperienza che stavano per vivere. Le bimbe infatti erano all’inizio molto perplesse e temevano che avrei avuto molte più attenzioni per la ragazza alla pari che per loro.

Credevo di sapere tutto e invece...

Ho fatto un’esperienza come au pair da giovane e oggi lavoro con giovani della fascia d’età tra i 18/20 anni e quindi ero molto serena quando ho deciso di accogliere una ragazza alla pari e pensavo di sapere già molto sulla cosa. Invece mi sbagliavo, perché l’ospitare in casa una ragazza straniera mi ha fatto scoprire un sacco di cose nuove e ha cambiato in meglio la nostra vita famigliare! Innanzitutto si è stabilito un clima generale di serenità: sapevamo finalmente sempre a chi affidare le bambine, loro erano felici con la loro “sorella maggiore”. Io e mio marito abbiamo avuto più tempo per noi come coppia e singolarmente, cosa impensabile prima.

Kate ci ha cambiato la vita!

Kate ha portato buonumore ed allegria, il rispetto per la sua presenza ci ha permesso di controllare comportamenti di nervosismo che talvolta si innescano in famiglia a causa della stanchezza. Il confronto culturale attraverso le lunghe chiacchierate all’ora di cena o le divertenti uscite domenicali ha reso le bimbe più ottimiste, più aperte al mondo.  Infine il seppur piccolo aiuto domestico  (caricare e scaricare la lavastoviglie, stendere il bucato, riordinare la stanza delle piccole…) è stato comunque di grande supporto e sollievo per me che sono una mamma che lavora! Le bimbe hanno imparato a condividere ciò che hanno, a dare comprensione, solidarietà e amore a questa ragazza sola e lontana da casa. In cambio hanno ricevuto affetto, compagnia, divertimento e hanno appreso la lingua inglese in modo veloce e naturale!!!

Siamo stati fortunati ad incontrarla

Devo dire che io e la mia famiglia siamo stati comunque fortunati: Kate si è rivelata una ragazza seria e affidabile, volonterosa di imparare e di ascoltare le esigenze della famiglia. Ha accolto con entusiasmo il nostro invito a partecipare alla vita famigliare quotidiana e nei week end, per cui è venuta con noi e le bimbe nelle competizioni podistiche  che sono il nostro hobby e anche se non molto atletica si è cimentata in lunghe passeggiate sui sentieri delle montagne Italiane! Ha assaggiato tutti i piatti della nostra cucina e ha imparato a cucinarne molti!

È bene fissare delle regole chiare fin dall'inizio

Come tutte le au pair la tendenza ad usare il computer , facebook, la voglia di trovarsi e frequentare amicizie nella città ospitante ci sono state, ma convengo con le mamme che consigliano di fissare delle regole ben chiare, anche prima dell’arrivo, per esempio sugli orari in cui è consentito l’uso del computer e sulle uscite serali per evitare snervanti discussioni e comunque incomprensioni che possono portare all’interruzione anticipata del contratto.

Dopo la sua partenza eravamo così tristi che siamo corsi a trovarla

Insomma dopo sei mesi, quando Kate ha finito il suo lavoro da noi ed è rientrata nel suo Paese, eravamo tutti tristi….e così dopo solo un mese ci siamo ritrovati su un aereo per l’Inghilterra e siamo andati ad abbracciarla!!! Abbiamo trascorso una settimana  di vacanza tutti assieme, abbiamo conosciuto la sua famiglia che ci ha adottato come nuovi parenti… dall’Italia!!! L’accoglienza ricevuta in Inghilterra ci ha fatto capire che non solo Kate era stata importante per noi, ma anche noi lo eravamo stati per lei!Le avevamo insegnato tante cose, le avevamo dedicato tanto tempo, l’avevamo fatta sentire come una figlia e una sorella e avevamo stabilito un legame che ci avrebbe unito per sempre!!! E ora? Stiamo aspettando con entusiasmo Ida dalla Svezia: una nuova avventura attende la nostra famiglia !!!!!