Il viaggio di Agnese

Agnese ripercorre con noi il suo viaggio per l'Europa, insegnandoci come entusiasmo, tenacia, rispetto e impegno paghino sempre. Un viaggio che non solo le ha consentito di conoscere paesi come Regno Unito, Svizzera e Paesi Bassi ma che le ha anche permesso di crescere e di incontrare una famiglia meravigliosa. 

Agnese a Rotterdam

Ciao, sono Agnese, ho 24 anni, sono di Verbania e questa è la mia storia. Dopo la laurea nel 2010 ho deciso di partire. Avevo bisogno di fuggire dalla mia quotidianità e scoprire luoghi nuovi. Ho così deciso di cercare una famiglia che avrebbe avuto bisogno del mio aiuto. La ricerca è stata veloce e in poche settimane, valigia e biglietti alla mano, ero in partenza per l’isola di Jersey. Una destinazione un po’ insolita devo dire, ma non me ne dimenticherò mai!

Come un pugno in faccia!

Jersey è stata la mia prima esperienza come au-pair, ed è stato come ricevere un pugno in faccia ;) . Il mio compito era quello di occuparmi esclusivamente di 3 bambini in età compresa tra i 2 e i 10 anni. Bene, signori e signore, è stata l’esperienza più faticosa della mia vita. Mai e poi avrei pensato che un bambino potesse avere così tanta energia. A fine giornata ero più stanca io di loro! Ma pian piano sono riuscita ad entrare nel loro ritmo. Uscivamo insieme per avventure nei campi o arrampicate sugli alberi o giri in monopattino. Li accompagnavo da amici e a fare sport in auto. Si, avevo un auto! Fortunatamente… in questo modo ho potuto esplorare l’isola con alcuni amici. Abbiamo percorso Jersey in lungo e in largo. Beh la guida a sinistra è stata un’esperienza esaltante.

Mai dire mai

Dopo 4 mesi sono tornata in Italia soddisfatta. Ma con la certezza che non avrei MAI più fatto un’esperienza simile. Ho lavorato qualche mese tra Italia e Svizzera finché un giorno ho sentito nuovamente il bisogno di partire. E così ho optato per una famiglia svizzera. Altra famiglia, altre usanze, altri bimbi. In questo caso il mio compito era più quello di una colf che di una au pair. Non lo dico perché sono viziata, ma perché veramente avevo un piano settimanale di pulizia. Anzitutto 3 volte alla settimana dovevo pulire tutto l’appartamento. La mamma dei bimbi era molto molto esigente e spesso mi faceva sentire un’incapace perché c’era ancora della polvere sullo stipite della porta o perché c’era un alone sul pavimento. Gli altri due giorni rimanenti erano dedicati alla pulizia del piano superiore (disabitato). Oltre a questo dovevo stirare i vestiti di 5 persone e prendermi cura dei 3 bimbi. Iniziavo alla mattina alle 7.30 e finivo alla sera alle 21.00. Non avevo un contratto. Non chiedetemi come ho fatto, ma ho resistito 8 mesi. Credo che abbia resistito solo per una questione d’orgoglio e anche perché si era creata una bella atmosfera coi bambini e il padre. Solo dopo 4 mesi la madre ha iniziato ad accettarmi in casa.

Una famiglia da sogno

È comunque stata un’esperienza edificante che mi ha aiutata a crescere tantissimo e a non aver paura di parlare se qualcosa non va. Ma non è finita qui! Il 31 di Agosto dello scorso anno ho terminato il mio contratto lavorativo con la famiglia svizzera. Ho fatto la valigia sono tornata a casa a salutare mamma e papà e via verso Malpensa! Destinazione? Olanda! Sono Agnese ho 24 anni e vivo all’Aia da ormai un anno. Anche qui lavoro come au-pair. Cosa posso dirvi di questa famiglia? È il sogno di un au pair! Genitori stupendi che considero come una madre e un padre e figli educatissimi!!! Scatenati al massimo e capricciosi ma che sanno dove c’è un limite. Sono una famiglia fantastica che raccomanderei a tutti/e. Ricordo ancora il primo giorno in cui atterrai a Schiphol. Uscii dalle porte scorrevoli e mi trovai davanti uno gnomo, Alexander, che mi offriva il benvenuto con un biscotto. Di fianco c’era il papà.

Non gettate mai la spugna

Sono strafelice di condividere ogni mio giorno con loro perché sono una famiglia sorridente, armoniosa e che sa rispettare tutti. Grazie a loro ho potuto fare tantissime nuove conoscenze culturali e culinarie. Siamo stati insieme in India e in Belgio. Mi hanno sempre coinvolta nei loro programmi anche nelle festività (è un anno che non torno in Italia). Ho imparato i sapori del Giappone e dell’Asia grazie alla madre che è giapponese. Ho imparato il gusto del riso grazie al loro background afghano. I pasti tipici olandesi con pane, burro e formaggio. Ora sto imparando l’olandese, vorrei restare qui, in questo posto dove tutto è più verde e l’aria profumo di genuinità anche in una città come L’Aia. Quindi ragazze e ragazzi alla pari, non scoraggiatevi se la vostra prima esperienza non sarà la più gratificante di questo mondo, magari la seconda o la terza volta vi va bene! Mai dire mai ;)