Voglio che la mia esperienza sia di aiuto per i futuri au pair

Non sempre au pair e famiglie ospitanti possono dire di avere vissuto dei momenti felici. A volte, però, succede che persone speciali come Giuliana dall'Italia, decidano di trasformare la loro esperienza negativa in un punto di partenza per gli altri, e noi di AuPairWorld siamo felici di pubblicare i suoi preziosi consigli.

Sydney e il Teatro dell'Opera

Mi chiamo Giuliana e vorrei darvi qualche consiglio utile

Gentile redazione di AuPairWorld, mi chiamo Giuliana, vengo da Arzachena (OT), Italia, e ho 23 anni. Ho fatto l'au pair in Australia per 4 mesi, ospite di una famiglia di 4 persone: papà, mamma e le due bambine, una di 7 mesi e l'altra di 7 anni. Dopo aver letto le testimonianze positive sul sito e aver ascoltato le testimonianze di alcune mie amiche che avevano già fatto le au pair decisi di partire anche io. Avevo conosciuto una famiglia che viveva in Australia e mi aveva chiesto di fare da au pair per 4 mesi e mezzo. Purtroppo la mia esperienza è stata negativa e non la rifarei mai e poi mai, ma credo di poter dare dei consigli essenziali alle ragazze o ai ragazzi che vorrebbero partire come au pair.

Informatevi bene sulla località in cui andrete a vivere

Già dai primi giorni in cui mi trovavo in Australia capii che la famiglia aveva mentito o omesso dettagli importanti riguardo la descrizione della città in cui dovevo abitare. La casa si trovava in una zona residenziale lontano da tutto e non era collegata bene né con il centro né con le altre zone della città. C'erano pochi autobus e a distanza di 3 ore l'uno dall'altro; l'ultima corsa era alle 20 durante la settimana e alle 16 nel weekend, il che voleva dire non poter mai uscire la sera se non chiamando i taxi e spendendo così una fortuna. L'unico modo di spostarsi senza problemi era la macchina, ma che io non potevo prendere dalla famiglia perchè la loro assicurazione non copriva i danni se al volante c'era una persona che aveva meno di 35 anni, o così almeno mi è stato detto. Quindi il primo consiglio che do è quello di informarsi bene sulla destinazione, a volte le famiglie tendono ad esaltare i luoghi ma non bisogna credere a tutto quello che dicono, per quanto riguarda l'Australia, poi, eccetto le città più grandi come Brisbane, Sydney, Melbourne ecc. le altre sono città piccole con dei trasporti pessimi e senza macchina non si può fare nulla. Se in internet non si trova nulla sulla città è perchè fondamentalmente non c'è nulla.

Cercate di capire se i vostri orari vi permetteranno di aver del tempo libero

Per quanto riguarda il lavoro di au pair, il patto iniziale era che dovevo lavorare per 11 ore al giorno dal lunedi al venerdì , il che va ben oltre le 35 ore previste dal regolamento, per una paga di 180 AUD, non molto alta ma avevo deciso di accettare lo stesso. Non ho mai avuto nessun contratto, di nessuna natura il che significa che avrei potuto richiedere il visto turistico anzichè quello working-holiday che mi avevano detto di fare, molto più costoso e quelle che dovevano essere 11 ore al giorno diventavano via via sempre di più e nei weekend che dovevano essere liberi spesso mi ritrovavo a dover lavorare. Il tutto ovviamente senza aver mai ricevuto nessun tipo di riconoscimento, né in denaro né in ore libere come sarebbe stato normale, ma giustificato dal fatto che ormai ero parte della famiglia e quindi non era un vero lavoro per me, ma doveva essere un piacere. Quando facevo le 11 ore previste finivo alle 19 di lavorare e dopo quell'ora non potevo andare da nessuna parte sia per il problema del trasporto sopracitato sia perchè chiudeva tutto alle 18, negozi, palestre, piscine, tutto e ovviamente il problema era stato omesso. E quindi i 4 mesi della bella esperienza che mi aspettavo si sono ridotti a 4 mesi di quasi solo lavoro.

Mi sono affezionata subito alle bambine

Per quanto riguarda i compiti a me assegnati, dovevo tenere la bambina di 7 mesi tutto il giorno, dalle 8 di mattina fino alle 19 e di pomeriggio al ritorno da scuola anche la sorella più grande, di 7 anni. Le bambine erano adorabili e stare con loro mi piaceva molto… mi sono affezionata subito ed è stato solo per loro che ho resistito tutti quei mesi.  I lavori di casa non erano duri e andavano bene.

A volte lo scambio culturale non avviene

Per quanto riguarda le differenze culturali invece ce ne sono state tantissime… all'inizio mi sembrava che mi guardassero come fossi un alieno e devo dire che non erano molto interessati a conoscere le mie usanze… non mi hanno mai chiesto molte cose e non hanno fatto nessun tentativo per venirmi incontro da questo punto di vista, ma mi hanno sempre fatto capire che dato che ero lì dovevo seguire le loro tradizioni, non mi è nemmeno mai stato chiesto se c'era qualcosa che non mangiavo o che non mi piaceva per esempio. E poi la cosa più grave è che ogni volta che ero fuori casa entravano nella mia stanza per controllarmi, e me ne accorgevo perchè le cose che lasciavo in una posizione le ritrovavo spostate, una volta che avevo lasciato acceso il mio computer e si sono anche permessi di spegnerlo invadendo così la mia privacy più e più volte pensando che non me ne accorgessi. In seguito poi a problemi inaspettati di famiglia, le bambine assieme alla mamma dovevano partire due settimane prima di quella che sarebbe stata la mia partenza e stare via per tutto quel tempo e per questo mi è stato detto che non mi avrebbero più pagato e che se volevo rimanere potevo ma sarebbe stato meglio se me ne fossi andata...così cambiai il biglietto aereo pagando una sovrattassa e una volta prenotato il nuovo biglietto mi dissero di ricambiarlo perchè non avevano più intenzione di partire, cosa che ovviamente non feci.

Non fate i miei stessi errori

Purtroppo decisi di non lamentarmi molto con loro per tutti questi problemi perché comunque mi trovavo dall'altra parte del mondo ed ero completamente sola e poi perché avendo loro contro poi la vita lì sarebbe stata un inferno ma comunque è stata un'esperienza negativa e credo che sia importante che gli altri lo sappiano in modo da non fare gli stessi miei errori. Al momento della partenza mi hanno detto che erano stati contenti di me e che avevo svolto il mio lavoro bene ma poi eccetto una volta sola, non si sono più fatti sentire quindi evidentemente non gli interessa sapere più nulla di me, ho mandato gli auguri per il compleanno della bambina e non mi hanno nemmeno risposto.