Un'esperienza unica

Dopo la maturità, Emanuele voleva mettersi alla prova e ha deciso di partire come au pair in Germania, a Lipsia. Un'esperienza forte e sincera che lo ha fatto crescere e gli ha aperto gli occhi di fronte al mondo.

Emanuele with his kids

Sono Emanuele, un ragazzo di 20 anni che da qualche mese ha terminato la sua esperienza come ragazzo au pair.

Lo scorso anno, esattamente il 15 luglio 2015, terminato il liceo mi sentivo molto confuso sulle prerogative del mio futuro e le mie uniche consapevolezze non erano altro che nozioni imparate su svariate materie, affinché io potessi superare il mio esame di maturità. Avevo voglia di crescere, di conoscermi meglio, di mettermi alla prova e, soprattutto, di capire cosa poter fare nel mio futuro.

Ma non potevo sicuramente tralasciare le peculiarità che contraddistinguono la mia persona, prima di affrontare una esperienza all'insegna della crescita: una persona che ha bisogno di affetto e una persona che ha bisogno di sentirsi parte integrante di un gruppo. Vivere un'esperienza all'estero è sicuramente una delle esperienze che più formano un individuo e che favoriscono la crescita personale.
Una famiglia con dei bambini non poteva dunque che soddisfare i requisiti che ritenevo importanti affinché io potessi affrontare un'esperienza simile, lontano da casa, lontano dal mare, dal sole e dalla solarità che contraddistingue una popolazione multiculturale come quella di una città mediterranea, che è Palermo, città da cui provengo e nella quale ho vissuto prima di dirigermi dritto in Germania, esattamente a Lipsia.

Il primo tentativo

Ritengo che le esperienze più belle nella vita siano quelle più folli, meno ponderate, quelle in cui ci si butta, senza sapere cosa ci si aspetta. Infatti, dopo una lunga ricerca, la mia esperienza come au pair sarebbe dovuta iniziare a Erlangen, presso una famiglia tedesca. Tuttavia, acquistato il biglietto e con le valigie già pronte per partire, tre giorni prima della mia partenza la famiglia tedesca mi comunica che purtroppo non potrò diventare il loro au pair. Non mi restava molto; una grande delusione, una valigia già pronta e un biglietto già acquistato con un'unica destinazione: la Germania.

Cambio di destinazione? Nessun problema!

Il giorno dopo l'ultimatum della famiglia tedesca, mi scrive Laura, una mamma italiana che vive in Germania con i suoi piccoli bimbi, Mattia di 8 anni e Simone di 3. Dopo una lunga chiacchierata e dopo aver spiegato a Laura ciò che mi era successo, sono stato fin da subito colpito dalla sua schiettezza, dalla sua sincerità e dalla disponibilità che mi diede. Senza troppi giri di parole e con poche certezze, due giorni dopo decisi di mettermi su quel l'aereo per raggiungere Laura, Mattia e Simone a Lipsia.

Come è andata?

Inizialmente è stata dura.
Io sono un ragazzo cresciuto da solo con una mamma, da sempre abituato ai miei spazi, alla mia indipendenza e al poco contatto con i bambini, soprattutto al chiasso. Sapevo che i miei prossimi mesi non sarebbero stati una vacanza tropicale all'insegna della rigenerazione psicofisica, ma sapevo anche che i vantaggi che ne avrei ricavato sarebbero stati tanti. Spesso è veramente difficile riuscire a spiegare mediante parole esperienze che ti hanno segnato dentro, ma penso che questa sia stata una delle esperienze più belle della mia vita. Sono cresciuto e ho imparato molto, sono riuscito a modificare molti dei miei comportamenti scorretti, grazie all'aiuto di Laura, che era sempre pronta ad ascoltarmi e a sostenermi. Ho capito cosa significa vivere in una famiglia, perché crescendo da solo con mia mamma, non potevo capire con la consapevolezza di un ventenne, cosa significa vivere all'interno di una famiglia. Ho instaurato dei rapporti affettivi meravigliosi con Laura, che pian piano non è soltanto diventata la mamma dei bimbi, ma anche un po' la mia, la mia migliore amica, mia zia, una cugina, anche una psicologa. Spesso mi chiedevo se fossi lì per badare ai suoi bimbi, o se avevo firmato un contratto di soggiorno presso una istruttrice di vita. Ho instaurato un rapporto meraviglioso anche con i bimbi naturalmente, che grazie all'aiuto di Laura, siamo diventati davvero una bella squadra.

Partire come au pair è una fonte inestimabile di arricchimento

Questa esperienza non mi ha semplicemente aiutato affettivamente. Dopo aver posto delle basi emotive salde, mi sentivo pronto per affrontare un altro passo: vivere da solo in Germania. Senza l'aiuto di nessuno, soltanto una sfida con me stesso. Laura mi ha aiutato a trovare un lavoro, ad affittare e arredare una casa, restando a lavorare e vivere a Lipsia. Un'esperienza inspiegabile, meravigliosa, difficile, piena di crescita, di contraddizioni, di dispersioni: unica.

Adesso sto per iniziare l'università, e ho abbandonato la Germania per concentrarmi meglio sui miei studi, che preferisco continuare in Italia, perché adesso ho tutto ciò che mi serve. So di avere una famiglia che vive in Germania, so di avere degli amici in Germania, e so anche che esiste una città, che si chiama Lipsia, che sento come se fosse casa mia, dove potrò sempre tornare. Ma, soprattutto, so di avere la forza, la tenacia e la determinazione di affrontare qualsiasi cosa possa mai accadermi nella vita, perché questa esperienza mi ha concesso di crescere, mi ha concesso di capire cos'è la vita al di fuori delle mura scolastiche e non ne ho paura.

Grazie AuPairWorld, grazie per il tuo lavoro, grazie Laura, Mattia e Simone, perché oggi son quel che sono, grazie a tutti voi. Ringrazio anche tutti gli au pair e tutte le famiglie che come Laura, sono alla ricerca di au pair; ringrazio chi non cerca soltanto qualcuno che possa aiutare la propria famiglia a vivere meglio, ma chi come Laura cerca un essere umano da accogliere all'interno della propria famiglia, come parte integrante e non come un estraneo.