Una delle più belle esperienze della mia vita

L'au pair Alessandra racconta la sua esperienza in Svizzera. Dopo aver ottenuto una risposta negativa da una prima famiglia, non si è data per vinta. Ha continuato la ricerca e ha vissuto una delle più belle esperienze della sua vita.

Alessandra in Svizzera

Tutto parte...dalla ricerca!

Ciao, sono Alessandra e vengo dall'Italia. Ho deciso di partire come ragazza alla pari nel settembre 2013, all'età di 18 anni, con la ferma convinzione che un anno all'estero sarebbe stata un'esperienza unica e meravigliosa per una giovane ragazza come me. Mi sono iscritta su Au PairWorld e ho iniziato così la ricerca di quella che sarebbe stata la mia nuova famiglia. Il processo di ricerca è stato molto lungo, ho visitato tantissimi profili diversi e ho inviato altrettante candidature.

Il primo tentativo? Non sempre è quello giusto.

La prima famiglia che ho trovato era originaria della Francia, ma si era trasferita in Olanda da poco, quindi anche per lei sarebbe stato un anno di novità, di adattamenti e di conoscenza. Dopo sei mesi di fitta corrispondenza (email e chiamate su Skype), sono andata a trovarla per qualche giorno nel gennaio 2014, sette mesi prima di iniziare il mio soggiorno con loro. La prima impressione è stata buona: persone gentilissime, bambini educati, insomma, un bell'ambiente. Da parte mia c'era stata una risposta positiva all'incontro anche se, essendo timida, un po' introversa e, soprattutto, una ragazza di 18 anni che aveva appena realizzato di dover lasciare casa propria per un anno, ho dato l'impressione di non essere molto a mio agio. È stata forse questa la ragione per cui, tornata in Italia per qualche tempo, ho ricevuto la notizia di non poter realizzare il mio soggiorno con quella famiglia. Mi pareva che il mio piccolo mondo di sogni, speranze e prospettive fosse quasi crollato. Mi sono chiesta se sarei stata davvero pronta a lasciare la mia casa italiana ancora una volta, se davvero sarei stata capace di prendermi nuovamente cura dei bambini. Dopo qualche giorno di riflessione, ho deciso di non abbattermi e di dimostrare a me stessa che ero capace di badare a dei bambini e di vivere in un'altra nazione contando solo sulle mie forze. La ricerca, dunque, è cominciata di nuovo.

Chi la dura, la vince

La famiglia S.-M. mi ha contattata dopo una settimana. Anche con loro è iniziata una fitta corrispondenza, ma questa volta ho spinto la madre (era lei che gestiva la conversazione), a prendere una decisione in fretta, senza trascinare la cosa a lungo. Dal momento che il mio bisogno di accelerare i tempi era corrisposto, nel giro di una settimana la madre stessa aveva prenotato un volo per me, direzione Svizzera, per effettuare una conoscenza vis-à-vis. Tutto è andato bene e ho ricevuto la conferma che sarei stata la loro nuova ragazza alla pari.

Les jeux sont faits!

Ho raggiunto la mia nuova famiglia il 17 agosto 2014, accompagnata da mia madre e da due delle mie cinque sorelle. Un viaggio di 919 chilometri dal Centro Italia al cuore della Svizzera. Il momento più difficile? Quello del distacco dalle persone alle quali sei legata. Credo che accada un po' a tutti: l’euforia, la tristezza, la paura...e poi arriva il momento di lasciarsi. Fortunatamente la mia famiglia è restata nella mia nuova casa per due giorni, poi non l'avrei più rivista fino a Natale, per le vacanze. Ho pianto. Di nascosto. Ma fa tutto parte dell'esperienza. Mamma e sorelle sono ripartite lunedì 18, alle sei di pomeriggio. Alla cena di quel giorno, è iniziata la mia esperienza come au pair.

...E poi?

 Posso riassumere tutto in una parola: novità. Novità perché ogni cosa per me è nuova: cibo, casa, persone, lingua, clima, paesaggio, usanze...un altro mondo, molto diverso da quello piccolo di Monteleone. Il mio lavoro è consistito nello stare con i due maschietti impegnativi della famiglia, nel giocarci, nell’assisterli in ciò di cui hanno bisogno. Lo ammetto, stargli dietro è stata una bella fatica: vogliono giocare, divertirsi, essere bambini. La cosa che amano di più sono le storie, ne hanno tantissime. Poiché la famiglia ospitante M.-S. non ha una televisione per scelta personale, i racconti sono in audiolibri oppure devono essere letti da me e dalla mamma(...). La lingua non è mai stata un ostacolo. Insieme ci divertiamo, apprendo molte cose anche io, seppur il tutto richieda molta energia e attenzione, talvolta anche fuori dall'orario lavorativo. Il fatto che la mia camera si trovasse nella casa dei genitori di lei mi ha tuttavia permesso di "staccare" ogni tanto e di dedicare tempo e spazio a me stessa.  Le attività insieme non sono comunque mancate: siamo andati un po’ in giro per la città, abbiamo visitato i dintorni...insomma, mi è stata data una panoramica generale del luogo. Abbiamo visitato la fabbrica del cioccolato, il lago, siamo andati a pesca e abbiamo mangiato le trote prese, abbiamo fatto un picnic nella foresta: esperienze divertenti e preziose (...).

Cosa aspettate? Partite!

Durante il mio anno da ragazza alla pari ho fatto esperienze che non avrei mai sognato di fare in Italia, ho conosciuto molte altre ragazze alla pari provenienti da ogni parte d'Europa, ho sperimentato la noia, la fatica, il divertimento, l'amicizia che resiste alla distanza e al tempo e la bellezza della diversità. Ho scoperto di avere il dono della pazienza, che non pensavo di avere, e la capacità di badare a me stessa in una terra straniera. Ho vissuto in una famiglia di persone fantastiche, gentili e molto disponibili, che mi hanno sempre trattata come un loro membro e mai come una "schiava". Mi sono fatta nuovi amici e ho potuto imparare tantissime cose, anche in ambito linguistico, e questo anche grazie a loro. Aspiranti ragazze e ragazzi alla pari, mettetevi bene in testa che non partirete in una nuova famiglia per fare le regine o i re; sarete là alla pari e, come tali, dovrete condividere oneri e onori. Sparecchiare e riordinare il soggiorno sono richieste assolutamente normali e il partecipare a questi compiti ne farà di voi un membro della famiglia a tutti gli effetti e vi permetterà di guadagnare la fiducia e il rispetto di coloro che vi circondano. Di questa esperienza non cambierei nulla, sono felice di quello che ho imparato e di quello che ho fatto. Sono stati undici mesi fantastici, con i loro alti e i loro bassi, che ricorderò per sempre.